Tutto molto bello

Mi sto estremamente sentendo in colpa per non avervi aggiornato riguardo alla mia vita qui in Canada.

Partiamo dal presupposto che sono passati solo 20 giorni e mi sono innamorata di questa vita. Se potessi resterei qui per sempre. Pensate che mi viene il magone quando penso che tra 10 mesi dovrò abbandonare questo posto, e non quando penso a casa.

Giovedì sera c’è stato il primo ballo della scuolaaaa! Non pensate ai vestiti principeschi e ai bouquet, pensate solo alle discoteche normali senza alcol e con orari decisamente diversi (tenendo conto che comunque il giorno dopo siamo dovuti andare a scuola). È stata una serata bellissima. Il fatto di entrare e trovarmi Stacey che mi urla “oddio Giulia! Che bello! Sei venuta! Vieni con noi a ballare!” mi ha fatto pensare a come in meno di due settimane io sia riuscita a farmi degli amici. Amici che ti parano le spalle e ti  consigliano su tutto e su tutti.

Venerdì siamo andati a scuola, ma abbiamo avuto lezione solo fino alla pausa pranzo perché nel pomeriggio c’è stato il bubble soccer (i calciatori erano in quelle palle giganti di plastica), granite gratuite e un concerto francese (non troppo entusiasmante, ma sempre meglio che avere double physics).

Sabato siamo andate con Laureen a trovare Kerry al suo college e abbiamo passato tutto il giorno tra ragazze a fare shopping!

In questi ultimi giorni ho fatto il mio primo quiz (verifica a sorpresa) di precalc, deciso come vestirci a Halloween con le mie amiche (tutte canadesi, scusate se lo ripeto ma sono troppo felice) è uscita a pranzo con due miei amici (durante il quale siamo andati a fare un giro in fuori strada a manetta per arrivare in tempo a scuola).

Il tempo non si fa ben capire. Ieri mattina c’erano 18 gradi, domenica, alla stessa ora, ce n’erano 4. E seppure le mie hostsister continuano a ripetere che si muore di freddo io continuo a dormire con la finestra aperta.

Sperando di non prendermi un accidenti (ultime parole famose), adesso vado a letto coi capelli bagnati, sperando di sognare cosa posso indossare domanda durate il picture day.

Buonanotte,

Giuli

Bbq, bonfire, marshmallow & SRSB trip

Hi everybody!

Ho intenzione di esplicarvi del mio weekend.

Venerdì sera la mia hmum ha organizzato un welcome party a casa nostra con tutte le famiglie degli exchange student. Alle sei aiamo inziato il barbecue e  seguire, tra foto, chiacchiere, conoscenze, ZANZARE, altalene, torte, patatine, dondoli, palloni, partite di baseball alla tv, abbiamo fatto il primo bonfire con anche i marshmallow. Non era il mio primo bonfire (anzi) e nemmeno i rimi marshmallow (ANZI), ma nonostante non fosse una ‘prima volta’ è stata una serata molto divertente: un’ottima occasione per conoscerci ancora meglio e soprattutto per stringere amicizia.
Ora, quando siamo tornate d scuola alle 3, Laureen ci ha prosto di fare un leggero spuntino (con u piatto abbondante di maccheroni al formaggio), no sai “perchè mangermo tardi (6.30 pm!!) stasera”: ora dimmi tu come faccio mangiare una cosa del genere alle tre del pomeriggio, che non ho ancora digerito il pranzo?! So weird!

Sabato alle 11.30 ci siamo trovati (noi exchange student con la nostra hostcoordinator (che è anche mia hostmum)) davanti a scuola per prendere uno di quei pullman gialli (che credetemi, se dovete fare quslche ora di viaggio su quei cosi, imparerete ad odiare, si perchè hanno un sacco di regole da rispettare: tipo non puoi allargare le gambe, non puoi girare la tesat, non puoi alzarti per chiudere la finestra, non puoi allungarti, non puoi avere nemmeno la bretella dello zaino che sta in mezzo al corridoio perchè deve essere sempre libero da tutto e poi sei circondato da telecamere, ne ho contate 7, ma, ad ogni modo, mancherebbe l’unica cosa che garantisce un po’ di sicurezza: le cinture, e credetemi se vi dico che quando per sbaglio la nostra amata autista, che non sapeva nemmeno quale fosse la strada, ha preo il marciapiede, siamo tutti volati a sinistra sugli altri sedili, addosso agli altri) per andare a fare una gita/orientation  con tutti gli straieri del mio distretto scolastico.

Dopo 10 minuti di viaggio ci siamo fermati a Port Hawkesbury per raccattare altri ragazzi di un’altra scuola. Tra questi c’era pure una ragazza italiana partita con la mia stessa associazione con la quale ho fatto il volo di andata.

La prima tappa è stata THE GAELIC COLLEGE, college, in cui tutte le materie ed esperienze sono collegate al gaelico e alla cultura gaelica, e dove abbiamo anche passato la serata e la notte. Dopo un minimo di checkin ci hanno dato a tutti una bellissima maglietta con un’ancora (simbolo della nova scotia), una sacca della Nova Scotia International Student Program con dentro un sacco di gadget e l’handbook. In seguito ci siamo divisi in quattro gruppi e fatto i soliti giochi di presentazione che fanno di solito i bambini il primo giorno di prima elementare. Quando siamo rientrati ci hanno fatto vedere dei video che riguardavano che regole del programma  (e a chi sapeva rispondere nel modo corretto gli veniva dato un ciupaciupa, si, ci trattavamo come veri bambini). A cena ci siamo seduti tra noi italiani (5 ragazze e 1 ragazzo) e da lì abbiamo passato tutti e due i giorni insieme. E’  strano come ti continuano a dire che devi parlare in inglese, ma ti mettono in stanza con tutte le altre ragazze della tua tessa nazionalità.
Dopo cena abbiamo fatto tre laboratori: “costruzione” di kilt (la signora che ci spiegava faceva sembrare il tutto una televendita), canti gaelici con tanto di contesto (mentre lavorano la lana canatno una canzone d’amore che sembra parli di limoni in realtà “hey my lemon, oh my lemon, shame my lemon, oh ver tu”, danze tipiche gaeliche (impossiili). Verso le 9.30 abbiamo acceso il falò e rimangiato i marshmallow e fatto anche gli s’moores (io no perchè sono allergica). Per concludere la serata c’è stata tanta musica e tanti balli, sembrava di essere in discoteca quasi. La notte ci hanno mandati a letto alle 23equalcosa, ma noi da brave bambine pulite ci siamo fatte la doccia e quindi siamo andate a letto tardissimo, pur sapendo che la sveglia la mattina sarebbe stata alle 7.30.

Dopo aver preparato le cose e fatto colazione abbiamo ripreso il pullman verso Louisbourg, dove ci hanno fatto tutti vestire con vestiti tradizionali e messi tutti in tavolate a mangiare cibo tipico (tipo l’aragosta, ma io ho mangiato l’halibut). Durante tutto il lunghissimo pasto un signore cantava canzoni antiche francesi come sottofondo accompagnandosi con la chitarra e alle volte con il flauto. Abbiamo terminato il pranzo con una danza in due cechi concentrici (faceva tutto festa del paese) e cantando queste canzoni (che a quanto pare sono anche tipiche canzoni valdostane, ma conosciute anche dai belga).
Finito il pasto siamo riandati sul pullman che ci ha portati alla fortezza del paese nel giro di 15 minuti (perchè continuava a tornare indietro e a prendere comunque la strada sbagliata). La roccaforte era proprio sull’oceano ed è stata molto carina da visitare, nonostante ci fosse un vento piuttosto forte.
Terminata la visita siamo tornati ai pullman (in ritardo, da bravi italiani), e i siamo lasciati salutandoci.

So che molto probabilmente ci rincontreremo (tipo al supermercato, visto che andiamo quasi tutti a quello di Port Hawkesbury) però mi ha fatto piacere una full immersion nella lingua italiana, è stato bello poter dire tutto quello che avevi in mente in modo spontaneo senza dover pensare a come costruire la frase e a come si dice quella cosa.

Stasera siamo tornati a casa e io e Buket ci abbiamo messo circa due ore a fare global geography: giuro che non si capiva niente di quell’articolo, fate conto che dopo un’ora ci siamo accattate a capire che il Grate Whale energy è un progetto che riguarda un fiume in Quebec e non le balene animali.

Buonanotte,

Giuli

First days of school

Martedi, dopo la colazione io e Buket ci siamo messe a guardare la (very big) TV (del tipo che in Canada 3/4 dei canali danno solo programmi di news). Dopo pranzo Floyd ci ha accompagnate all’orientation (gravemente in ritardo ahah). A scuola hanno dato a ogni exchange student (17 nella mia little school) la propria schedule (ho storia canadese, geografia del mondo, matematica di quinta e fisica nel primo semestre e inglese, matematica avanzata, biologia e chimica nel secondo: non fraintendetemi, non le ho scelte io le materie!) e in seguito gli Ambassador ci hanno portato a fare un tour della scuola (è stato troppo divertente con Caleb, il ragazzo canadese, che diceva ad ogni porta: “Oh! This is a door! Ehi! There is an other one here!”. Dopo di che Floyd è venuto a riprenderci e ci ha riaccompagnate a casa. Quando Laureen è tornata a casa dal lavoro (il quale è alla nostra stessa scuola) ci ha accompagnate a comprare una Sim canadese per il telefono da Bell, prendere i quaderni per la scuola da WALMART e a fare la spesa (in particolare per i nostri pranzi).

Mercoledì 7 settembre 2016 è stato il mio primo giorno di scuola. Il tutto è iniziato con un risveglio delle 6.30, nonostante la mia sveglia fosse puntata per le 7.17. Sono scesa a fare colazione, mi sono preparata il pranzo, mi sono pulita e cambiata (non profumata perché nella mia scuola è vietato mettere qualsiasi tipo di profumo/deodorante forte perché ci sono persone allergiche) e mi sono messa ad aspettare il pullman su una sedia fighissima che c’è nella dining room. Odio la mia schedule perché non ho nessuna materia che comprenda del movimento (oltre al fatto che ci dobbiamo spostare ora ogni per cambiare classe) e il problema è che nemmeno per andare a scuola lo faccio: per prendere il pullman devo solo scendere le scale di casa perché si ferma qui davanti per prenderci.Alle 8.13 il famoso yellow schoolbus è arrivato! Era pieno di bambini bellissimi delle elementari (perché sulla strada per l’highschool ci sono le elementari). Quando siamo salite sul pullman vivamente ci siamo dimenticate di guardare che numero fosse (giusto per non andare chissà dove alle 3 del pomeriggio quando saremmo uscite da scuola) quindi ho passato il lunghissimo viaggio di 5 minuti continuando a ripetermi “the number, the number, the number, the number…”. (Giusto per la cronaca, il pullman è il 206, nel caso voleste venire a trovarmi qui a Louisdale e magari prendere proprio il mio pullman ahah).
1 ora: Canadian History, room 212 (la mia homeroom)

Il professore ci ha dato un sacco di scartoffie da far firmare a casa e insieme abbiamo letto i vari docum-PAUSA INNO CANADESE nel bel mezzo della lezione: tutti si alzano e si tolgono il cappello-enti. Ci ha dato pure un questionario da fare riguardo al Canada ahahahaha si è messo a ridere quando l’ho guardato tipo “WHAT?!?!” (Ma in realtà non era inportante, lo potevamo completare in coppia (l’ho fatto con mia sorella Sara ahah) e lo abbiamo corretto con molta tranquillità).

2 ora: Physics, room 102 (per finta)
Il professore è molto carino, no, non è vero non lo conosco perché è virtuale e quando ho scritto “per finta” intendevo dire che si, sulla schedule c’è segnata quella classe, ma no, non è in relatà lì, (ovviamnete,) dal momento che tutti abbiamo bisogno di un computer (eravamo in libreria). E per tutta l’ora abbiamo solo fatto il login al sito che ci servirà da corso.

Break

3 ora: Pre-calculus, room 210

La prof pare (come anche tutti mi hanno detto) severa. Ci ha assegnato degli esercizi da fare e io ero tipo “WHAT?!?!”(again): non per il fatto che ci avessi a già dato cose da fare, ma perché non mi ricordavo niente di quello che era richiesto: per fortuna, i miei classmates sono molto disponibili e (si, le persone possono andare in giro per la classe e usare il telefono durante le lezioni) mi hanno aiutata a capire senza problemi.

Pausa pranzo.

4 ora: Precalc, room 210

Abbiamo concluso e controllato gli esercizi dell’ora precedente e ci ha dato i compiti (I love my tracher so much😒) per il giorno dopo.

5 ora: Global Geography, class 212

Stesso professore di storia canadese, il triplo delle persone nella classe. Ci ha fatto guardare delle news mentre lui assegnava i libri e poi ci ha dato un altro questionario tutto riguardante il nostro libro di testo da fare come compito.

Alla fine della lezione sono andata dal mio homeroom teacher per chiedergli quale fosse il mio locker (#582 no, la combinazione non ve la dico (sempre perché nel casinò vogliate venire a trovare…)).

Così abbiamo ripreso il nostro caro 206 bus e siamo tornate a casa. Non avete idea di quanto si possa sudare in 5 minuti su un pullman così in una giornata così (faceva caldissimo!!! Mi stavo sciogliendo!). Quando siamo arrivate a casa, mi sono messa nel gazebo a fare i compiti (si stava da Dio). Alle 5 abbiamo cenato e poi ho concluso i miei compiti. La sera abbiamo preparato dei toast per il pranzo del giorno dopo (è stato difficile tagliare quella mozzarella (che chiamarla mozzarella è solo un insulto)).

Oggi, giovedì, alla prima ora ho avuto fisica (abbiamo tutte le materie tutti i giorni, però l’ordine scala ogni giorno): non abbiamo fatto ancora niente perchè molte scuole hanno iniziato oggi e altre inizieranno domani e quindi il programma comune virtuale non può ovviamente iniziare se tutti non sono pronti; quindi ho passato la mia ora a chiacchierare con Haley, Kayley; Chelsey, Kaitlynn, Stasey; Brad e Mathew.

Alla seconda ora ho avuto matematica: stesse cose fatte l’anno scorso

Durante la terza ora, global geography, abbiamo guardato il solito telegiornale e i sei concetti base della geografia (questo per due ore!). Ah si il professore ci ha fatto presentare e io non sapevo assolutamente cosa dire (perchè sono sempre la prima?!?) e quindi mi ha chiesto come le solite cose e in più se dove abito io in Italia è stato colpito dal terremoto.

Dopo aver pranzato sono andata dal vicepreside per chiedergli il lucchetto che mancava al mio armadietto e mi ha anche mostrato come aprirlo (so anche io che nei film fanno sempre vedere che hanno dei problemi ad aprirli!).

Durante l’ultima ora il mio amico professore ci ha fatto disegnare il canada su un foglio, segnando i confini delle regioni e ovviamente il loro nome. Tutto questo senza ovviamente avere una cartina o qualcosa per aiutarci. Doveva essere una mappa mentale. (WHAT?!?!) Va beh ci sono stati alcuni miei compagni che hanno fatto peggio di me. Dopo questa piccola attività il teacher fa:”I think you are tired, I don’t want to speak, so if you want, we can watch some videos” e nel mentre li guardavano altre persone mi hanno chiesto chi fossi.
E’ bello sentire le persone, alla frase “I’m Italian”, rispondere “Cooooool” con degli occhi a forma di cuoricini ahah

Quando sono tornata a casa eravamo tutte così stanche che non riuscivamo nemmeno a parlare. Ho fatto i compiti e chiacchierato molto con Floyd.

In questo momento sono supermegastanca e andrò a letto appena metto in carica il computer. Spero solo che il caldo non mi asfissi altrimenti non mi addormento più.

Giuli

Primi due giorni!

Welcome in this new post from Canada!
Dopo 14 ore di viaggio (scalo compreso) sono finalmente arrivata all’aeroporto di Halifax (alle 22.20 ora locale, alle 3.20 ora italiana) e così ho conosciuto la mamma Laureen e la ragazza turca Buket che era arrivata due ore prima (she’s so nice!!). Entrambe, stravolte dal viaggio, abbiamo dormito durante le tre ore di macchina per arrivare a casa; viaggio durante il quale 4 bellissimi cervi hanno attraversato tranquillamente davanti a noi l’highway.
Una volta arrivate a casa (alle 2 di notte) abbiamo conosciuto Floyd e Laureen ha scritto “purple” e “green” (i colori dei muri delle due stanze) su due bigliettini e così la sorte ha deliberato che io sono nella stanza viola, la quale è più piccola di quella verde, ma ha un armadio immenso (mentre l’altra stanza ha solo una cassettiera). Abbiamo conosciuto anche Paisley (il cane), Brody, Mika e Nala (i gatti) e le svariate anatre che gironzolano per il giardino.
Alle 7 (what?!) mi sono tranquillamente svegliata, ho messo i miei vestiti in ordine e sono scesa per la colazione (“acqua e caffè” e due toast con la marmellata). Poi siamo andate a fare un tour della casae uno in macchina nel paesino, abbiamo visto la scuola dal fuori, visitato l’isola che c’è di fronte al nostro paese (isola che dista a tipo un chilometro dalla costa, dove tutto è francese, parlano solo francese e anche la scuola ha tutte le materie in Francia), andate a trovare per finta (perché non era in casa) la nonna (la mamma di Laureen). Siamo dovute tornare a casa perché Karry (la figlia) doveva partire per il college e quindi dovevam salutare (non potete immaginare quanto sia bella.).
Io e Buket non abbiamo pranzato perché non avevamo per nulla fame e abbiamo passato il pomeriggio chiacchierando con Floyd. Alle cinque abbiamo acceso il barbecue, eh si, abbiamo cenato come le galline. (Hanno un orto con un sacco di verdura, il che mi aveva rincuorato, il problema è che mettono il burro OVUNQUE so anche io che poi sono tutti obesi). Dopo cena io e Buket, dopo essere state un pochino nel gazebo di legno (molto stile americano) in giardino, siamo andate a fare un giro a piedi per le varie vie del paesino (il fiume che abbiamo praticamente in casa riflette ogni singola cosa è ogni singolo colore) e nel mentre abbiamo visto dei maiali, dei cavalli, dei polli, dei galline, cinque aquile e un serpente. Siamo tornate a casa e siamo andate a dormire.

Lunedì ci siamo svegliate abbastanza presto per andare di nuovo ad Halifax. Abbiamo pranzato al Mc in autostrada. Purtroppo la maggior parte dei negozi erano chiusi a causa del Labor Day, ma siamo riuscite a fare una passeggiata vicino al fiume (oceano) e lì abbiamo fatto i primi acquisti tipici (upsi ahah). Dal momento che non c’era più niente da fare siamo andate da Dylan (il figlio) e dalle sue bambine e abbiamo passato lì il pomeriggio, fino a quando non ci siamo indirizzate verso l’aeroporto, fermandoci prima di nuovo al Mc drive per la cena (ho preso un milkshake, la cosa che mi sembrava più salutare). Siamo arrivate in aeroporto alle 6 e abbiamo aspettato (congelando) quatto ore prima di prendere Sara. Dopodiché siamo ritornate a casa alle 2 di notte e completamente addormentate.

Scusate se ho scritto tanto ma non voglio dimenticare niente ahah

Un bacio

Giuli

Notte prima della partenza

Okay, sono le 2.52 di notte e sono ancora piena di energie.

Mi viene da vomitare, non so bene perché, e ho anche la testa parecchio in fiamme, ma in realtà pensò di stare bene. È una sorta di malattia illusoria.

Ho salutato tantissime persone, abbracciato altrettante è sentito, ad essere sincera, parecchi “mi mancherai”. Il problema è che fino a un’ora fa per me era come se fosse ancora gennaio e mancassero ancora nove mesi alla partenza (e forse la sensazione è ancora un po’ quella), ma in realtà sta accadendo tutto ora. Sto per partire.

Mi viene un’angoscia al pensiero, si, proprio la nausea.

In questo momento sono sull’idea “chi me lo ha fatto fare?!”/ “perché rischiare così tanto?”, ma so bene che ne vale la pena e so tantissime altre cose che mi hanno portata a questa decisione è quindi ora la mia mente è un po’ in lotta, ma so cosa in realtà va bene oppure no, solo che il mio corpo fa come vuole.

Non è per niente una bellissima sensazione.

Giuro che ora dormo (ah, no)

Buonanotte e buon viaggio a me.

Someone help me to pack, please | -15!!

Ebbene sì, sono arrivata pure io a quel punto del viaggio, quel punto che arriva ancora prima di partire, quel punto che a me personalmente diverte molto, ma che spesso sa essere insidioso e insopportabile: fare le valigie.

23 kg sono quel che sono…”Sai vero che non ce la farai a farci stare tutto e che sforerai anche di parecchio? Te lo dico per esperienza personale, ma non ti preoccupare, tanto siamo in Italia e te la faranno portare lo stesso, il problema sarà il ritorno…”. Parole rassicuranti, insomma.

Che poi in realtà la valigia l’avrei anche fatta, ma la devo disfare e rifare perché quel genio di mia sorella (❤️) si è portata in vacanza un po’ di cose mie (che devo assolutamente mettere in valigia) e quindi le devo lavare e trovare lo spazio nella valigia già sufficientemente piena.

Penserete che iniziare a fare la valigia venti giorni prima della partenza sia esagerato, ma vi dico che non lo è se partite il 3 di settembre, ma dal 25 al 31 di agosto siete in Germania per un matrimonio.

Devo dire che comunque, inaspettatamente, mia sorella è stata davvero gentile: “Va beh, che problema c’è? Per queste due settimane ti presto io i miei vestiti”, la mia reazione è stata tipo “are you serious?!”… Che poi, voglio dire, mi pare il minimo, lei avrà a disposizione metà del mio guardaroba mentre sarò in Canada!

Volevo anche aggiungere che ho saputo che avrò due exchange students come sorelle, una si chiama Sara ha 15 anni e viene dalla Colombia e farà solo 3 mesi (ci ho già parlato, sembra molto carina e abbiamo entrambe la stessa passione per la danza), e poi c’è Buket che è una ragazza turca, ma di lei non so niente perchè non ha facebook e quindi non sono riuscita ancora a contattarla.

Venerdì scorso sono andata con mia mamma a fare una gitarella a Parma e ho colto l’occasione per incontrare il mio flight’s fellow Filippo: è troppo simpatico e ci ha anche portate nella gelateria migliore della città (aveva ragione, il gelato era delizioso, con anche la crema alla gianduia in fondo al cono🍦😍).

Quest’estate oltre a fare l’animatrice in oratorio ho anche fatto insieme al mio noviziato scout Viterbo-Roma a piedi (più di 180km a piedi😱) e poi sono andata alla GMG a Cracovia con il vicariato della mia town: nonostante le 44 ore di viaggio tra andata e ritorno, è stata un’esperienza indimenticabile, davvero, ho provato fortissime emozioni e mi sono fatta un sacco di amici; la cosa assurda è che ho incontrato persone che conoscevo (o meglio, mi sono ritrovata a girovagare per ore con persone di cui non conoscevo nulla, oltre al fatto che vivevano dall’altra parte d’Italia, scoprendo che abbiamo amici in comune) in mezzo a tantissime altri cittadini del mondo.

E adesso? Adesso mancano QUINDICI GIORNI alla mia partenza e non so se sono pronta; sto iniziando a salutare tutti i miei amici e sto cercando di stare più tempo possibile con mia sorella (perché i miei genitori e mio fratello sono tutti in giro per il mondo per i fatti loro) che, a causa dei vari impegni, non vedo praticamente da Maggio.

Dopo avermi detto cose così un po’ a random (scusatemi), è giunto il momento di rifare per bene la valigia e di salutarvi,

Un bacio,

Giuli

Mi hanno adottata 👪

Ebbene si, finalmente, dopo lunga attesa, la fatidica notizia è arrivata anche a me!

Con calma, vi spiego tutto.

Ieri mattina ero dalla veterinaria per fare alternanza scuola-lavoro e per pranzo mi ero messa d’accordo con una mia amica (Clara, tornata venerdì dopo 10 mesi in Canada)  per fare un picnic sul lungolago. Alle 12.20 mi squilla il telefono e ho detto ad alta voce: “Questa è sicuramente Clara!” (Non vi preoccupate, non mi permetterei mai di utilizzare il telefono così spudoratamente sul “posto di lavoro”, ma stavamo per chiudere e la veterinaria è vicina di casa di questa mia amica). In realtà era mia mamma e allora ho comunque risposto con aria molto perplessa perchè mia mamma non mi chiama praticamente mai.

  • “E’ arrivato un pacco da MB… hai la famiglia!”
  • “Uhhhhhh, okay, non aprire niente!”
  • “Emh… colpetti di tosse tattici… troppo tardi”
  • “Ma MAMMA!!”
  • “Ma non vuoi sapere nulla?!”
  • “No niente, voglio leggere tutto io!”

Dopo essermi incontrata con Clara siamo comunque passate da casa mia perchè eravamo entrambe curiose e ho letto qualche riga a caso dal plico di fogli che mi erano stati inviati: non riuscivo a collegare niente (ovviamente, dal momento che leggendo tre parole in inglese scollegate non si può dedurre molto).

However, tra scartoffie (che tanto scartoffie non sono, tipo assicurazione, students handbook, voli…), c’è pure la lettera scritta da Linsday, la direttrice del mio distretto scolastico: mi ha scritto riguardo alla mia città, alla mia scuola e, ovviamente, alla mia famiglia!

CITTA’: Louisdale

Cittadina di 1770 abitanti (secondo Wikipedia, il quale dice anche che l’ultimo dato è stat aggiornato nel 2006). Attenzione, attenzione: Wikipedia mi dice anche It has 2 schools, park areas, and places to eat catering to tourists and residents: c’è cibo, quindi ora posso stare tranquilla!

SCUOLA:Richmond Education Centre/Academyrareca20logo

Scuola altrettanto piccola, di circa 400 studenti, fondata abbastanza recentemente. I colori sono il blu, il rosso e il bianco e lo sport più praticato è il baseball (e il softball).

 

FAMIGLIA: Laureen & Floyd

Floyd è un insegnate in pensione, mentre Laureen è una teacher assistant nella mia stessa scuola. Hanno due figli che sono ormia grandi: Dylan vive ad Halifax insieme alle sue due bambine e a sua moglie (sarò ziaaa!), mentre Kerry Rose studia alla Cape Breton University. Hanno una casa verde (da quello che apapre nella foto) a due piani con un megagiga (parola tecnica) giardino con anche un gazzebo (avete presente, no? quello che si vede in ogni commedia americana), 4 camere da letto e 1 1/2 bagni (‘un bagno e mezzo’…spiegatemi voi cosa significhi!! ahah). La casa si trova a cinque minuti di macchina dalla scuola (google maps dice che sono precisamente 3,2 km da casa mia alla porta della scuola).

Okay, io ora ho scritto loro una mail, nonostante non sapessi bene cosa potessi scrivere, ora io aspetto… tanto ormai ci sono abituata, no?!

Vi tengo aggiornati!

Un bacio,

Giuli

PS La lettera che mi è arrivata scritta da Linsday è datata 10 APRILE! Sapete cosa significa? Che mi hanno fatto agonizzare per tre mesi in più per niente! No, okay, va bene così, per lo meno hanno controllato tutto tutto alla perfezione!

Orientation time!

Buongiorno Buona mezzanotte e quarantasette a tutti! Finalmente ho un attimo di tempo per dedicarmi a questo articolo, perchè tra stage (che faccio dalla veterinaria), scout e oratorio mi ritrovo a dormire 5 ore a notte e a dover recuperare tutte le ore di sonno da Settembre.

Comunque, il 19 giugno 2016 c’è stata l’orientation di MB a Padova.

Avevo impostato la sveglia alle 6.30, peccato che io mi sia dimenticata di attivarla (ottimo Giulia) e quindi mi sono svegliata alle 6.50 grazie ai gesti “delicati” di mia mamma che con molta “leggerezza” ha tirato su la tapparella.

Di corsa mi sono preparata e alle 7.00 in punto (in realtà 7equalcosa perchè io mi continuavo a dimenticare cose da portare e dovevo rifare le scale ogni volta).

Alle 9.10 siamo arrivati all’hotel dentro il quale ci sarebbe poi stata la conferenza.

Ci (io, i miei genitori e mia sorella) siamo iscritti e ci hanno dato un badge con il nome e la destinazione, un “exchange book” e un sacco di penne.

Mi sono seduta nella hall insieme a Federica e Claudia, entrambe romane ed entrambe andranno in Canada.

Successivamente ci hanno spostato tutti nella sala conferenze “Petrarca” dell’hotel. Dopo averci fatto fare un po’ di “ginnastica” mattutina e di balli è iniziato il discorso. Discorso tenuto dal titolare dell’associazione: ci ha raccontato la sua storia, di come a 14 anni sua mamma (la fondatrice di MB) lo abbia mandato a lavorare in Germania dandogli solo 500000 lire. Mentre ci raccontava la sua storia portava avanti “tra le righe” informazioni utili per noi. Abbiamo parlato della consapevolezza della scelta, di emozioni, di obiettivi (Non sono le nostre capacità che determinano chi siamo, ma sono le nostre scelte), della “ruota della vita”, del rendere questa esperienza indimenticabile (la tua vita inizia alla fine della tua zona di comfort), delle motivazione, di determinazione  e di conseguenza della triade (Fisiologia, Linguaggio, Focalizzazione), di quanto sia importante il ripetere, di strategia e di come per ogni cosa che si fa, per ogni ostacolo, per ogni problema ci sia sempre una strategia per risolvere la situazione. Ci ha fatto anche rispondere a un sacco di domande riflessive per iscritto e poi abbiamo dovuto confrontarci con un buddy (un’anltro exchange student il quale, guardandolo, a primo impatto, non distoglie lo sguardo).

pausa pranzo

Al ritorno dal buffet ci hanno elencato le 7 regole o meglio le 7 cose da non fare:

  1. 7cosedanonfarefumo, droghe, alcol, relazioni “pericolose”
  2. usare facebook irresponsabilmente
  3. anche se farai i 18 anni sei ancora sotto le regole dell’organizzazione
  4. pensare che di sicuro farai la graduation
  5. pensare di replicare il sistema scolastico italiano
  6. viaggiare fuori dall’area senza autorizzazione
  7. scaricare film da internet

E le 5 cose da ricordarsi, ovvero: carta di credito prepagata, avvisare la scuola italiana (ma chi se lo dimentica?!), comunicare il piano di studi ai professori italiani, partecipare ad attività sportive/ricreative e che questa sarà un’esperienza “privilegiata”.

In seguito, ci hanno diviso in 7 gruppetti (in base ad un numero segnato sul badge): io ero nei power rangers e il motto era trust in yourself before in anyone else. Avevamo un membro dello staff di MB, Katia, e un ex-exchange student, Amedeo, come capitani del team. Abbiamo fatto due giochi: per il primo dovevamo fare 10 nodi su una corda grande e poi 10 persone si sono dovute mettere in prossimità dei nodi: dovevano tenere una mano sempre attaccata alla corda e con l’altra riuscire a slegare i nodi; il secondo gioco consisteva nell’attraversare il “fiume di lava”, utilizzando 5 blocchi di legno tutti i componenti della squadra dovevano riuscire ad arrivare all’altra sponda senza “morire”.

Tutti giochi di squadra, fatti per capire come ci comportiamo con delle persone che non conosciamo per trovare una strategia al problema.

Dopodichè ci hannofatto fare un cartellone, completamentericoperto di sogni, aspettative, paure, preoccupazioni, desideri, tutto in sotto forma di disegni. Ovviamente, èuscitoFAVOLOSO. Tra l’altro è statopropriodivertentesentireGianmarco che lospiegava ai genitoriimprovvisando tutto, trovando figure allegoriche a caso, metaforeovunque.IMG-20160619-WA0000

IMG_0074Dopo questo ultimo confronto, ci hanno fatto vedere un video, creato dallo staff tecnico, riguardo ai momenti più belli della giornata, ci hanno fatto ballare, fare foto e salutare. Prima di uscire dall’hotel siamo passati dalla hall, dove ci hanno dato un “piccolo” regalo: Hope, la ranochietta, nostra mascotte e solo un bagaglio a mano.

O meglio, alle ragazze il bagaglio a mano, mentre ai ragazzi uno zaino con le rotelle e la giustificazione al perchè questa differenza è stata: “Si sa che le ragazze si portano dietro più vestiti!”

(Scusate se ho scritto un po’ tanto, ma volevo descrivere il più possibile, anche se, per capirlo bene lo si può solo vivere.)

Un abbraccio,

Giuli

 

 

Happy Bday to me!

Ciao a tutti!

Oggi, 20 giugno 2016 compio 17 anni.

Nonostante sia una giornata normalissima, come tutte le altre, è strano. E’ parecchio strano.

Non sono pronta a diventare grande. O meglio, lo sono, ma in parte vorrei solo diventare più piccola. Oppure crescere, ma non abbandonare caratteristiche tipiche dei bambini. Ecco si, la spensieratezza, la fantasia, il giocare, il ridere, il ballare davanti alle persone senza farmi alcuno scrupolo.

Già alcune persone mi dicono “pensa che tra un anno sei maggiorenne!”, ma io vado in ansia se mi dicono così, anche perchè penso a quante cose devono accadere prima di quella “maledetta” data. La GMG, 10 mesi in Canada, altri diciottesimi (che mi perderò)…

Non sono spaventata del tempo che passa. Ho solo paura di non viverlo al meglio. Ho paura, PAURA, P A U R A.

Un anno. Un anno e poi posso fare “tutto” quello che voglio. Ci penso e mi vengono i brividi sulla schiena.

Però mi dispiace che oggi sembra un giorno qualunque, cioè tutti che ti fanno gli auguri e tutto… però è tutto normale alla fin fine.

Non mi voglio dilungare troppo a raccontare le mie interessantissime  paranoie.

Quindi, happy birthday to me e un bacio a tutti,

Giuli

 

 

Ce la farò. Ce la faremo.

Confidando nel rem tene, verba sequentur di Catone, volevo un po’ scrivere le mie emozioni. Che poi, voglio dire, come faccio ad avere già emozioni contrastanti, se mancano ancora 4 mesi alla partenza?

Mi capita spesso di pensare a quanti paesaggi spettacolari guarderò, a quante esperienze nuove vivrò, a quanto ingrasserò o a quante figuracce farò (si, perchè questo è proprio nel mio DNA), a quanto freddo sopporterò e a quanto mi mancherà il sole, ma in fondo penso sempre che ne valga la pena e me lo ripeto in continuazione.

Il problema sorge quando ai tuoi migliori amici vengono gli occhi lucidi se racconti loro cose banali del tipo “il 19 andrò a Padova all’orientation” oppure quando dei compagni della tua classe o persone con cui sei abituato fare la strada casa-scuola/scuola-casa ti dicono: “E io l’anno prossimo cosa farò senza te? Sarà tutto diverso, senza la tua presenza, la tua voce”. E a quel punto inizi a pensare a tutte le cose “negative”, quali gli amici, la famiglia, la solitudine, le esperienze che ti perderai, i diciottesimi, la scuola (si perchè recuperare tutte le materie non sarà un’impresa da poco e nemmeno fare contemporaneamente quelle bellissime 80 ore di stage che i nostri capi superiori ci hanno imposto di fare) e ti convinci quasi che non ce la farai a sopportare tutto questo. Ma in realtà ti obblighi a essere forte, pensi al fatto che ogni anno partono milioni di ragazzi da ogni parte del mondo per quei 10 mesi (o 3 o 6 che siano) e poi dici che se ce l’hanno fatta loro ce la fai anche tu.

Eh si. Ce la farò. Ce la faremo.

Giuli

P.S (che non so quanto possa essere interessante, ma mi viene da ridere al pensiero della scena) L’altro giorno la mia prof di scienze, parlando con me e con Lisa, una mia compagna che partirà per l’anno negli USA, tira fuori la frase: “Va beh, tanto vi porterete i libri di scienze (tre mattoni che occuperebbero il 75% del peso massimo della valigia) così seguirete passo passo tutto il programma” e io le ho risposto: “Eh si, con l’e-book, al massimo“. In quel momento vedi Lisa voltare di scatto la testa verso di me e fulminarmi con lo sguardo a dirmi:”Ma è impazzita, non penserà sul serio che la nostra più grande preoccupazioen !”, l’ho rassicurata subito dicendo: “Tu dì a lei che lo porti, poi mica ti controlla quando prepari la valigia!”